Riga Books: libri

Riga 45
Giulia Niccolai
a cura di Marco Belpoliti
e Alessandro Giammei
e Nunzia Palmieri
2023

Giulia Niccolai (1934-2021) è stata un’artista unica e singolare nel panorama della letteratura e delle arti visive del Novecento italiano. Fotografa, alla fine degli anni Cinquanta ha attraversato l’Italia raccontandola con le proprie immagini, così come ha fatto con l’America di J.F. Kennedy. Ha partecipato successivamente al movimento della Neoavanguardia, facendo parte del Gruppo 63 quale redattrice della rivista “Quindici”. Scrittrice, a partire dal 1968 ha dato vita con Adriano Spatola a un progetto poetico ed editoriale di cui rimane celebra la rivista internazionale “Tam Tam”, sulla quale ha pubblicato opere visive, per poi svolgere la professione di traduttrice dall’inglese. Convertita al Buddismo, Giulia Niccolai si è fatta monaca.
Il volume di “Riga” contiene un’ampia antologia dei suoi testi, dagli anni Sessanta al 2018, oltre a interviste, documenti, testimonianze e una dettagliata biografia della vita e del lavoro. L’antologia della critica, qui raccolta per la prima volta in modo integrale, illustra la sua attività dagli anni Sessanta sino alla sua scomparsa. Una serie di saggi, scritti appositamente per questo volume, ne scandagliano l’opera di fotografa e di poetessa visiva, di autrice di versi e di narratrice. Da quest’opera multiforme emerge il profilo di un’artista versatile, che ha voluto cimentarsi con stili e forme diverse, ma sempre mantenendo una grande coerenza intellettuale.

Editoriale

Giulia Niccolai è stata un’artista unica e singolare nel panorama della letteratura e delle arti visive italiane del Novecento. Ha esordito giovanissima come fotografa nel gruppo del Bar Jamaica di Milano, accanto a Ugo Mulas e Mario Dondero, compiendo un percorso originale che l’ha portata tra il 1958 e il 1963 ad attraversare l’Italia per realizzare sei volumi che costituiscono un ritratto del paese appena uscito dalla guerra mondiale. La sua carriera di fotoreporter è poi proseguita attraverso una serie di viaggi in USA, dove ha avuto modo di ritrarre città, personaggi politici, artisti, musicisti: una delle prime fotografe, se non forse la prima, a far conoscere attraverso il reportage visivo quel paese da cui proveniva sua madre.

All’inizio degli anni Sessanta abbandona di colpo questa professione e si inserisce nei movimenti letterari di quel decennio partecipando alle riunioni del Gruppo 63 e pubblicando nel 1966 un romanzo presso l’editore Feltrinelli con l’avallo e il sostegno di scrittori come Giorgio Manganelli, cui segue l’attività di poetessa visiva con numerose opere sperimentali. In questo periodo è anche segretaria di redazione della rivista diretta da Nanni Balestrini e Alfredo Giuliani “Quindici”, cui collabora con articoli.

Nel 1968 si trasferisce con Adriano Spatola al Mulino di Bazzano e inizia un’altra avventura, quella della rivista “Tam Tam”, punto di riferimento della nuova poesia sperimentale italiana e internazionale nel decennio seguente. Tutta questa vicenda, e quello che poi segue, tra cui il suo ritorno a Milano, l’abbandono della ricerca sperimentale, e la conversione al Buddismo, di cui viene ordinata monaca, è raccontato da Nunzia Palmieri in una dettagliata cronologia, un vero saggio biografico, dal titolo Giulia Niccolai. Quasi un autoritratto.

Il volume si apre con un’ampia antologia di testi letterari dell’autrice realizzata da Alessandro Giammei, Ascoltare Giulia, dagli anni Sessanta al 2018, un vero e proprio libro nel libro. Dal 1966 in poi quasi ogni pubblicazione della Niccolai è proposta attraverso la ripresa di suoi testi, alcuni dei quali di difficile reperimento ancora oggi, presentati e commentati da Giammei.

A completare l’aspetto letterario e insieme biografico, legame che definisce l’esperienza unica di Giulia Niccolai nella nostra letteratura, vi sono due sezioni: Un po’ di autobiografia, che raccoglie suoi scritti saggistici, e la raccolta di interviste, alcune mai trascritte su carta, che coprono il periodo che va dal 1982 alla sua scomparsa. Si tratta di testi che testimoniano il crescente interesse per la multiforme attività artistica di Giulia,

che a partire dal 2000 aumenta considerevolmente sia in ambito visivo che in quello letterario. Lo stesso ritrovamento dell’archivio fotografico della Niccolai, di cui racconta qui Silvia Mazzucchelli, riaccende una nuova attenzione sulla sua opera precedente l’attività narrativa e poetica, cui è dedicato il saggio di Marco Belpoliti.

Come di consueto nei volumi di “Riga”, la parte antologica critica ripercorre l’intera attività di Giulia partendo dal 1966 alla sua scomparsa nel giugno del 2021. Sono testi di autori che hanno seguito con costanza il suo lavoro, da Alfredo Giuliani a Giorgio Manganelli, da Milli Graffi a Giuliano Gramigna, da Raffaele Manica a Paul Vangelisti, da Aldo Tagliaferri a Andrea Cortellessa, e poi Beniamino Placido, Stefano Bartezzaghi, Cecilia Bello Minciacchi, Graziella Pulce, Sarah Patricia Hill e altri ancora, fornendo così un paesaggio del suo lavoro letterario e visivo. Nell’ultima sezione una serie di studiose e studiosi pubblicano nuovi saggi e studi sulla sua opera: Taylor Yoonji Kang, Davide Papotti, Chiara Portesine, Graziella Pulce.

Da questo lavoro di scandaglio dell’attività di Giulia emerge un’artista donna che ha praticato stili e forme diverse, ma sempre con una grande coerenza estetica e intellettuale. Il suo bilinguismo – italiano e inglese – le ha consentito inizialmente di cimentarsi con un continente culturale e sociale quale era l’America dell’epoca, e in seguito ha alimentato in modo continuo la sua attenzione per le parole, i giochi linguistici, che coprono l’intero percorso della sua opera. Così come l’attenzione al tema visivo, al gioco delle immagini, costituisce un altro punto di continuità per oltre cinquant’anni. Una delle chiavi di lettura della sua opera resta senza dubbio quella autobiografica, che insieme ai frisbees – poesie da lanciare – definisce gli ultimi trent’anni della sua vita d’artista, anche in questo caso con soluzioni letterarie originali. A questo si aggiunge l’attività di traduttrice cui si è dedicata dopo il suo ritorno a Milano.

La riscoperta che è in corso della sua attività di poetessa visiva, anche grazie al contributo della rivista “il verri”, e all’attenzione di Milli Graffi, Giovanni Anceschi e Barbara Anceschi, aggiunge un altro tassello all’enigma-Giulia Niccolai e la propone come una delle figure di riferimento nel panorama letterario e critico attuale. Questo volume di “Riga”, il primo dedicato a una donna, si propone di rendere omaggio a una personalità complessa e multiforme, e al tempo stesso unitaria negli intenti e nelle forme della ricerca, in modo differente da quelle praticate nel mainstream della letteratura e dell’arte italiana del secondo dopoguerra. Completano il numero gli interventi poetici di Paul Vangelisti, Bianca Tarozzi, Anna Ruchat, Franca Rovigatti e i ricordi di Rebecca West e Giuliano Della Casa, con parole e immagini.

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