Antonella Anedda
1999
1999
Cerca fra le cose che ami quale morirà per prima
quale ghiaia innalzare sul secolo che frana.
Non occorre affrettarsi
ma scuotere la testa davanti al due che affiora
fermarsi fra i legni delle cifre — un'acqua
che schiuma sulle scale prima di invadere la casa —
fare del mille un monte — modesto — come il Sinai
e dei tre nove: fiamma, polvere, oceano.
Non c'è salvezza nell'attardarsi dì un millennio
semplicemente i suoni si alzano più fitti dentro il vento
uno stormire di uccelli e di foresta.
«Cerca fra re cose che ami quale morirà per prima» e
«combatti nonostante il tremore».
Ma noi parliamo a candele, ad auspici imperfetti
a ombre che abbracciamo con fervore
e la lingua è la stessa che si porta migrando dalle isole
una nube in gola che oscura la dizione degli oggetti.
E le posate, i piatti, i resti della cena sono tracce
di un moto che trascina un buio più ampio di detriti:
il torrente che da un secolo scorre nel bosco di Venaco
l'abete che ora scuoti col corpo
in questa sera.
Nuvole, nulla, pietre.
quale ghiaia innalzare sul secolo che frana.
Non occorre affrettarsi
ma scuotere la testa davanti al due che affiora
fermarsi fra i legni delle cifre — un'acqua
che schiuma sulle scale prima di invadere la casa —
fare del mille un monte — modesto — come il Sinai
e dei tre nove: fiamma, polvere, oceano.
Non c'è salvezza nell'attardarsi dì un millennio
semplicemente i suoni si alzano più fitti dentro il vento
uno stormire di uccelli e di foresta.
«Cerca fra re cose che ami quale morirà per prima» e
«combatti nonostante il tremore».
Ma noi parliamo a candele, ad auspici imperfetti
a ombre che abbracciamo con fervore
e la lingua è la stessa che si porta migrando dalle isole
una nube in gola che oscura la dizione degli oggetti.
E le posate, i piatti, i resti della cena sono tracce
di un moto che trascina un buio più ampio di detriti:
il torrente che da un secolo scorre nel bosco di Venaco
l'abete che ora scuoti col corpo
in questa sera.
Nuvole, nulla, pietre.