Roger McGough
La lezione
La lezione
Una poesia che solleva la questione:
deve esistere la pena di morte nella scuola?
Il caos regnava nella classe
quando con coraggio il maestro entrò
i guastatori lo ignorarono
la sua voce nel fracasso sfumò
«Argomento di oggi è la violenza
poi vi darò il compito da fare
sto per tenere una lezione
che non potrete dimenticare»
Scelse un ragazzo che stava urlando
e lo soffocò subito, all'istante
quindi strangolò la ragazza dietro lui
(quella dall'acconciatura ributtante)
Poi con la spada in mano si aprì la via
fra le file dei chiacchieroni
«Chi primo arriva prima è macinato»
urlò «siano dita, piedi o talloni»
Lanciò la spada a un ritardatario
colpì il bersaglio con colpo mortale
poi estratto un fucile da caccia
continuò la sua partita ferale
La prima raffica sgombrò l'ultima fila
(dove dormono quelli distratti)
si afflosciarono come gommoni
quando si tolgono i tappi
«Prof., posso uscire?»
impaurito un vandalo domandò
«Certo che puoi» disse il maestro
puntò la canna alla tempia e sparò
Il Capo mise il capo dentro la porta
per vedere il perché di tanto baccano
annuì con comprensione
poi lanciò una bomba a mano
E quando le armi tacquero
col sangue che copriva lo smalto
Silenzio uscì fuori lentamente
con le mani ben in alto
L'insegnante osservò la strage
chi è già morto e chi è in via di estinzione
agitò un dito severo e disse
«Questa sì che è una bella lezione»
In In the glassroom, Jonathan Cape, London 1976, pp. 14-15. Traduzione di Franco Nasi.
deve esistere la pena di morte nella scuola?
Il caos regnava nella classe
quando con coraggio il maestro entrò
i guastatori lo ignorarono
la sua voce nel fracasso sfumò
«Argomento di oggi è la violenza
poi vi darò il compito da fare
sto per tenere una lezione
che non potrete dimenticare»
Scelse un ragazzo che stava urlando
e lo soffocò subito, all'istante
quindi strangolò la ragazza dietro lui
(quella dall'acconciatura ributtante)
Poi con la spada in mano si aprì la via
fra le file dei chiacchieroni
«Chi primo arriva prima è macinato»
urlò «siano dita, piedi o talloni»
Lanciò la spada a un ritardatario
colpì il bersaglio con colpo mortale
poi estratto un fucile da caccia
continuò la sua partita ferale
La prima raffica sgombrò l'ultima fila
(dove dormono quelli distratti)
si afflosciarono come gommoni
quando si tolgono i tappi
«Prof., posso uscire?»
impaurito un vandalo domandò
«Certo che puoi» disse il maestro
puntò la canna alla tempia e sparò
Il Capo mise il capo dentro la porta
per vedere il perché di tanto baccano
annuì con comprensione
poi lanciò una bomba a mano
E quando le armi tacquero
col sangue che copriva lo smalto
Silenzio uscì fuori lentamente
con le mani ben in alto
L'insegnante osservò la strage
chi è già morto e chi è in via di estinzione
agitò un dito severo e disse
«Questa sì che è una bella lezione»
In In the glassroom, Jonathan Cape, London 1976, pp. 14-15. Traduzione di Franco Nasi.