Riga n.
Alberto Arbasino
Candido Bonvicini
Venti quesiti ad Antonio Delfini

Bologna la Grassa, Genova la Superba e Modena...?

Modena la Sorniona.


Modena senza Ghirlandina, che cosa sarebbe?

Sarebbe anche una bella città, purchè venissero ricostruite le vecchie porte a S. Agostino, S. Francesco, Porta Bologna e Porta Castello.


Quale potrebbe essere un significativo motto per i modenesi?

Compromettere senza compromettersi.


Lei pensa che i modenesi siano veramente ammalati di provincialismo?

Non so che cosa si intenda per provincialismo, in Italia. Ogni scrittore o pubblicista italiano vivente ha la sua maniera di pensare in questo senso: e getta l'accusa di provinciale a una città, a un gruppo, a un individuo. Egli fa questo secondo il grado di altezzosità culturale e di snobismo mondano, raggiunti attraverso un'esperienza di vita troppo giocata e poco esperita. Se per provincialismo intendiamo qualcosa come l'intendevano gli scrittori francesi nell'Ottocento, allora devo rispondere che tutta l'Italia moderna è provinciale, ma nessuna città italiana (presa in sé, personalmente, con i suoi veri cittadini) lo è mai stata.
Se oggi ci sono città italiane che mostrano i segni del provincialismo, queste sono Roma e Milano. In queste grandi città sono infatti affluiti a centinaia di mmigliaia, a milioni, o provinciali d'Italia. I quali minacciano poi di provincializzare le altre città italiane con i loro inviati di ritorno portatori di rovine edilizie e di altre infinite malefatte economiche e morali: teleradiovisive, giornalistiche, gastronomiche, folkloristiche.


Ha un avvenire Modena o non potrà mai diventare una grande città?

Non credo che Modena possa mai diventare una grande città. Al momento dell'unità italiana, nel 1860, se Modena avesse avuto uomini un tantino più intelligenti, più attenti, oggi sarebbe una delle più grandi città d'Italia, assai superiore all'attuale Bologna che sarebbe al di sotto dell'attuale Reggio Emilia. Ma i se... nella storia non valgono.
Le case automobilistiche Ferrari e Maserati sono le cose che oggi danno maggior lustro alla città.
Temo che l'autostrada Milano-Roma diminuisca l'avvenire modenese, a beneficio di quello di Parma.


Divenuto Sindaco che disposizioni darebbe immediatamente?

lo ci terrei molto a diventare Sindaco di Modena, ma se vi dico che disposizioni darei immediatamente, se diventassi Sindaco, dovrei rinunciare per sempre al sogno di diventarlo. Sì, perché i modenesi fanno il processo alle intenzioni, e poi credono di essere direttamente ed economicamente interessati anche alle cose che non li riguardaano o non li riguarderanno. Se dicessi che disposizioni darei, sarebbe finita per le disposizioni. Preferisco sognare di diventare Sindaco e pensare di potere così un giorno realizzare sul serio quelle disposizioni che vorrei dare immediatamente.


Quale sarebbe stata la sua vera vocazione?

Il Generale comandante in capo le truppe del Negus o il marito di Barbara Hutton.


Guardandosi allo specchio che cosa pensa?

Sempre peggio.


Che cosa le è servito maggiormente per farsi strada nella vita?

Avrei voluto servirmi di tutto e di tutti, ma ... non ho fatto nemmeno dieci centimetri di strada.


In quale occasione si è rammaricato di essere nato?

Sempre, dal giorno della nascita: chiesi vino e mi diedero latte.


C'è qualcosa che la spaventa in modo particolare?

Lo Stato italiano mi spaventa in generale e mi fa paura in particolare.


Le interessa il prossimo?

Il prossimo mi interessa sempre, ma, se non mi interessasse, state tranquilli che il prossimo ci penserebbe da sé a che, io, mi interessassi di lui.


Perché è diventato scrittore?

È molto difficile per me rispondere a questa domanda. Ho provato di dirlo nell'Introoduzione al Ricordo della Basca.


Scrive per i lettori, per la critica o per se stesso?

Per non morire d'inedia. Baudelaire, che aveva il diritto di farlo, ci confidò che «lavorava per disperazione».


Dovendo scrivere un racconto sul processo Montesi, come lo comincerebbe?

Lo scriverei soltanto se mi garantissero di rimanere ignorato dai giornalisti. Lo scriverei se il Presidente della Repubblica, il Presidente della Corte Costituzionale, il Presiidente della Corte di Cassazione, mi rilasciassero un documento contro-firmato dai capi di Stato d'America, d'Inghilterra e di Francia. In detto documento si dovrà garantirmi di non chiamarmi mai a deporre in Tribunale, qualunque cosa io faccia o venga accusato di aver fatto. Le stesse garanzie dovranno essere date ai miei familiari e ad altre dieci persone da scegliere fra quelle alle quali io creda di volere un bene particolare. Inoltre vorrei mi si garantisse un'indennità, vita natural durante, per me, per i miei familiari e per le dieci persone da me prescelte, di un milione di lire (ancoraggio oro e frumento) a testa e al mese. Dopo dI che comincerei il racconto dalla fine.


A chi dedicherebbe la sua autobiografia?

Alla mamma.


Lei è capace di odiare?

Jusqu'au bout de l'abime.


Che posto hanno le raccomandazioni nella vita degli italiani?

Un'altra volta, se mi inverte i termini della domanda così: «Che posto hanno gli italiani nella vita delle raccomandazioni?», mi proverò a risponderle.


Costretto a prendere contatto per primo, con il primo marziano sbarcato sulla terra, che cosa farebbe?

La spia.


In possesso della formula dell'eternità, che cosa ne farebbe?

La restituirei (dimenticandone il contenuto) a chi me l'avesse consegnata.
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