Marco Denti
Una monografia su John Berger a cura di Maria Nadotti
rootshighway.it, 10 Gennaio 2012
Una monografia su John Berger a cura di Maria Nadotti
rootshighway.it, 10 Gennaio 2012
Era un omaggio dovuto, ma non ovvio: John Berger è uno dei più grandi scrittori viventi (almeno per quanto riguarda la qualità, lo stile, la classe e le idee; il mercato è quello che è, e lo riguarda davvero poco) e non poteva esserci occasione migliore che la concomitanza con la ristampa di G. (Neri Pozza) per dedicargli questa splendida monografia. Maria Nadotti, da tempo sua traduttrice, cura a tutti gli effetti un'opera corale dove John Berger ha il ruolo di tessitore, di punto di riferimento, di maestro e di amico. La sua vita privata, il suo studio, le sue prese di posizione, la pittura e le storie, soprattutto le storie («Quando una storia ci colpisce e ci commuove, essa genera qualcosa che diventa, o può diventare, una parte essenziale di noi, e questa parte, piccola o ampia che sia, è, per così dire la sua discendenza o prole. Quel che sto cercando di definire è più idiosincratico e personale di una semplice eredità culturale: è come se il flusso sanguigno del racconto letto si congiungesse al flusso sanguigno della nostra storia di vita. Contribuisce a farci diventare quel che diventiamo e continueremo a diventare») sono gli elementi in cui in realtà si ritrova una ricca e variopinta moltitudine di scrittori e di lettori che in John Berger sembra ritrovarsi in modo spontaneo e naturale e questa monografia lo rende evidente pagina dopo pagina. Tra gli altri (e sono infiniti) scrive Colum McCann: «Se dovessi prendere con me un solo scrittore, sceglierei lui. Semplicemente perché porterebbe con sé anche tutti gli altri». Non si poteva dire meglio.