Riga n. 42
Max Ernst
La redazione
Max Ernst
Il Foglio, 27 Agosto 2021

Mentre la prossima Biennale annuncia una dedica alla terribile visionarietà di Leonora Carrington, sotto il titolo Il latte, dei. sogni (mirabile raccolta di fiabe domestiche edite da Adelphi), giunge ora in libreria con perfetta sintonia surrealista, il bel volume di Riga, ritratto a mosaico con numerosissimi testi rari e spesso inediti da noi, a cura di Elio Grazioli e Andrea Zucchinali, dedicato a Max Ernst, poco frequentato dall'editoria italiana in annirecenti. I curatori sottolineano una prossimità forte con la poesia della ricerca dell'artista di Colonia, maestro dell'indagine nei luoghi oscuri dell'immaginazione. La collezione di testi, assai ricca e con numerosi inediti in italiano, in cui figurano molte figure centrali del Novecento, sì inaugura con la perfetta quartina scritta da Robert Desnos, in una seduta di sogno ipnotico nel 1921. "Bei compassi, simulate la curva dei soli/ il rame dei miei occhi non è un metallo falso / in cui Max Ernst abbia cercato il segreto degli orecchi/ che conoscono i segreti dei saporiti labirinti". Molti degli elementi costitutivi del linguaggio ernstiano sono riassunti in queste righe, in specie quelli connessi al lavorio per conoscere un segreto del mondo, da intendere per via di segrete alchimie. La biografia segnala con esatta attenzione un evento dell'adolescenza, quando nel 1906 (aveva quindici anni), nello stesso momento morì il prediletto cacatua e giunse alla luce la sorella Loni. Visioni avicole sono ovunque nella pittura del maestro oscuro di Colonia, a esse Leonora Carrington dedica un poema in prosa: "Uccelli d'amore, uccelli della notte, uccelli del paradiso e uccelli del diavolo, sono tutti avvinghiati con le ali nella cucina dell'uccello superiore", laddove risuona la voce sinistra di LopLop alter-ego volante dell'artista, che dagli anni Trenta ha un posto importante nella sua produzione. Ernst, folgorato in gioventù da De Chirico, ha intonato una personalissima e fiammeggiante invocazione alla notte, come egli stesso allude nel suo testo I misteri della foresta. Tra i testi storici, notevolissime le voci di Tristan Tzara e di Joë Bousquet, che conclude con la consueta grazia icastica un suo saggio del 1950: "Con lui la pittura corre il rischio meraviglioso di raggiungere la parola poetica". Tra i testi commissionati per il numero di Riga, dedicati a temi capitali del suo immaginario, spicca Max Ernst botanico di Valentino Casolo e Alessandro Del Puppo.
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